Photofficine (Foto)

sabato 25 luglio 2009

Isabella De Maddalena incontra i ragazzi di Photofficine

Isabella De Maddalena vive e lavora a Milano.
Ultimamente si è interessata soprattutto a due temi: maternità e immigrazione.
Durante una visita in Sicilia, oltre a partecipare alla mostra Tra Sguardi, da noi organizzata, ha anche tenuto un workshop di tre giorni con due ragazzi di photofficine, particolarmente interessati alla fotografia.
Nel corso del primo giorno ha mostrato i lavori suoi e di altri fotografi, commentandoli. Poi ha lasciato che i ragazzi metabolizzassero le informazioni. Il giorno successivo in giro, a scattare le foto al mercato insieme ai ragazzi.
Di seguito quello che i ragazzi hanno prodotto.

venerdì 17 luglio 2009

Ancora Tra Sguardi

Si è conclusa ieri la mostra Tra Sguardi, la prima collettiva del gruppo di Photofficine, evento in cui sono stati esposti e proiettati i filmati dei ragazzi di Photofficine e di altri artisti e fotografi vicini al progetto.
Per noi è stata, da un lato, l'occasione di mostrare agli abitanti del quartiere Albergheria quello che i ragazzi dell'associazione avevano prodotto e, dall'altro lato, il modo per far sentire i ragazzi parte della comunità in cui vivono.
Alcuni visitatori hanno lasciato dediche e commenti sul libro delle firme, ne trascrivo un po', a mio avviso, particolarmente significativi: “cento Sguardi fanno un obiettivo” e “una immagine vale mille parole”. Ma forse il fatto più significativo è stata la firma di una signora del quartiere, entrata alla mostra per curiosità, dicendo di non avere mai visto niente del genere; ci ha dettato il suo nome dal momento che non sapeva scrivere, e ha posto in calce una x, per testimoniare di essere stata presente.
Viste le reazioni positive che ha riscosso la mostra, non sarà sicuramente l'ultima che organizzeremo.

martedì 14 luglio 2009

Tra Sguardi, collettiva di fotografie, proiezioni e autoreferenzialità

"Da stasera, poi, fino al 15 luglio, presso la biblioteca "Le Balate", in via delle Balate (ça va sans dire) n. 4 a Palermo, "TRA SGUARDI": ovvero la collettiva fotografica e le migliori le proiezioni video sino ad ora realizzate dai ragazzi.
Se passate da quelle parti, tra un arancino e un panino con le panelle, e prima di una nottata tra i localini dietro al teatro Massimo, buttateci un occhio. ;)" Per chi ci diceva che stavamo diventando troppo autoreferenziali.
Per la totalità dell'intervento del La Rejna vedere qui

domenica 5 luglio 2009

Giudici messicani a Palermo

Vivere a Palermo ti porta ad affrontare certi argomenti. Coi ragazzi di Photofficine abbiamo affrontato ed affrontiamo diversi temi importanti di discussione.
Uno, imprescindibile, è a nostro parere il discorso sulla legalità. Vivere a Ballarò e non parlarne è impossibile.
Ultimamente abbiamo incontrato una delegazione di magistrati, giudici, procuratori e avvocati messicani, arrivata a Palermo per discutere sulla lotta al crimine organizzato. L’incontro si è tenuto proprio nel quartiere di Ballarò, al convento dei Carmelitani.
Noi abbiamo deciso di seguire l’incontro, presentandoci come associazione radicata nel quartiere che combatte contro la cultura mafiosa.
Da quando abbiamo iniziato i nostri corsi, abbiamo portato i ragazzi a conoscenza di associazioni che combattono contro il racket (come Addio Pizzo e Libero Futuro), siamo andati a Cinisi, a indagare sulla figura di Peppino Impastato, e abbiamo incontrato Pino Maniaci per avere testimonianza delle lotte che, da anni, dagli studi di Telejato, combatte contro la criminalità organizzata, realizzando video e foto sugli argomenti.
I lavori prodotti, improntati alla semplicità, sono il mezzo con cui sensibilizziamo i nostri ragazzi alle tematiche specifiche dell’ambiente in cui vivono.
Secondo noi, ogni discorso estetico investe anche il discorso etico; imparare a guardare la realtà con occhi diversi, filtrarla attraverso un obiettivo, serve a prenderne distanza, ma anche a diventare maggiormente cosciente di essa, serve a diventare un cittadino partecipe e consapevole. Ed è questo che i nostri corsi si propongono.
Shalaam, seguendo i nostri consigli, ha realizzato questo servizio, meritandosi l’ovazione del pubblico presente in sala।


venerdì 3 luglio 2009

Il video di Shalaam e le regole infrante

Nei post precedenti abbiamo parlato spesso di Retroguard Journalism, in opposizione al Vanguard Journalism propugnato da Current Tv. Il giornalismo di Retroguardia, come lo abbiamo chiamato, consiste nell’eclissarsi come giornalista, sparire, per lasciare parlare la realtà, nella maniera più oggettiva possibile.
Retroguard e Vanguard sono modalità differenti di Citizen Journalism, documentazione dal basso, racconto dei cittadini spettatori che diventano protagonisti dell’informazione.
Avevamo anche stilato dieci regole, ma le regole, come abbiamo detto, sono fatte per essere infrante. Negli ultimi video, quello di Giovanni sui mestieri di Ballarò, e soprattutto quello di Shalaam, ci sono casi esemplari di ciò.
Le domande che Giovanni pone a don Giovanni di Santa Chiara sono ridondanti, potevano non esserci, ma per il ragazzo erano importanti, e abbiamo deciso di mantenerle. Lo stesso si può dire delle domande poste a Puccio, il pescivendolo del mercato. Potevano non esserci, anche perché il discorso filava ugualmente, ma per i ragazzi sperimentare nuovi modi di comunicare e raccontare è fondamentale. In alcuni casi devono essere liberi anche di sbagliare.
Altro discorso per l’altro video, sul calcio di strada a Palermo, di Shalaam.
Shaalam viene dal Bangladesh, segue i nostri corsi da diverse settimane ed è una spugna. Riesce ad assorbire le informazioni, è avido di sapere, ma allo stesso tempo umile, segue i consigli, ma poi li rielabora a modo suo.
Ha realizzato un servizio sul calcetto che i ragazzini giocano per strada, per riappropriarsi delle città. I ragazzi intervistati, coi quali è in rapporto di amicizia, utilizzano un parcheggio municipale nel centro di Palermo per giocare a pallone. Shalaam è uno di loro, ha preso la videocamera in mano e ha posto ai suoi amici le domande che gli passavano per la mente, libero di muoversi a suo piacimento, di seguire l’azione, di non perdersi in stupide regole modello Cnn o Reuters. Un vero e proprio esempio di Citizen Journalism che non può essere etichettato né come Vanguard né come Retroguard.
Il risultato è stato abbastanza soddisfacente. Shalaam è bravo a intervistare, a incalzare gli altri con domande, e chi dirige i laboratori lo sa bene. Chiede sempre come funziona quello, come funziona questo, un curioso naturale, del mondo attorno a sé.
Tra l’altro è un lavoratore instancabile. Subito si è messo al lavoro su un altro servizio, di prossima uscita, in cui stavolta ha seguito le dieci regole del Retroguard che avevamo stilato a suo tempo. Gli abbiamo chiesto di seguire le regole, non per imbrigliare la sua fantasia, ovvio, ma per il semplice fatto che le regole, secondo noi, si possono infrangere solo se si sono interiorizzate, solo se si ha una perfetta conoscenza di esse.