Oggi compleanno di Giovanni Damico. Compie sedici anni. Per vari motivi io non sono potuto intervenire alla sua festa, ma mi sembrava giusto rivolgergli un pensiero.
Ultimamente abbiamo postato un suo video, lungamente meditato, sui mestieri di Ballarò, sottotitolo generazioni a confronto. Giovanni ha intervistato due cugini, discendenti dal capostipite Gioè, che lavorano al mercato. Ha curato riprese e montaggio.
Giovanni parla poco, per carattere, ma quando c’è da lavorare non si tira indietro. Ha un buon occhio anche per le riprese, e una mano ferma, ma credo sia molto interessato al montaggio.
Montare un video, per certi versi è come scrivere un tema. Quando scriviamo, non c'è bisogno di utilizzare tutti i segni di interpunzione che conosciamo. Punti, due punti, punto e virgola, punti esclamativi ecc. più saranno usati con abbondanza e senza cognizione di causa, tanto più appesantiranno il testo inutilmente, dando l’impressione al lettore di generale sciatteria e poca cura formale. La ridondanza servirà a mascherare evidenti vuoti di pensiero a causa dei quali l’eventuale lettore potrebbe infastidirsi.
Il lettore onesto chiede allo scrittore onesto di andare dritto al punto. Alla semplicità del messaggio. Senza cincischiare.
Questa regola vale nel montaggio, ma si può applicare idealmente anche alle riprese, visto che nella inquadratura fissa esiste una sorta di montaggio interno, in altri termini la disposizione degli elementi che compongono la scena, come si sistemano nello spazio, come si muovono, le linee e le prospettive, quella che nel linguaggio teatrale viene chiamata prossemica.
Ma non tergiversiamo e parliamo di montaggio vero e proprio, ossia di riprese giustapposte in sequenze.
Vanno accuratamente evitati zoom, effetti vari, mascherine, tendine e dissolvenze inutili. Le dissolvenze si possono adoperare, come nel video di Giovanni, quando servono a qualcosa. In questo caso a rimarcare la distanza fra i due cugini, l’insegna dei due negozi separata da una dissolvenza accentua la distanza fra le due generazioni a confronto.
Negli altri casi, quando non funzionale alla storia, è meglio utilizzare il taglio netto. Con una particolare attenzione per il suono e la ricerca della semplicità.
Abbiamo già detto in fondo che il mondo è già abbastanza interessante di suo. Non serve abbellirlo, non più di quanto serva, per scrivere un buon tema, disegnare i cuoricini sulle i invece dei puntini. E questo Giovanni l’ha capito.
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